
In televisione la serie in assoluto più famosa e che ebbe il merito di portare il genere legale verso la distribuzione di massa fu quella di Perry Mason, dalla penna di Erle Stanley Gardner, con l'indimenticabile interpretazione di Raymond Burr. E' grazie a questo serial che i termini, gli usi,le modalità e le procedure che fino ad allora appartenevano al solo ambiente giuridico, riservato ai pochi che facevano parte del mondo legale, diventarono patrimonio dell'immaginario collettivo.
Ma già prima di questa serie TV datata anni Cinquanta, la cinematografia aveva dedicato pellicole di vario genere comunque incentrate sui dibattimenti processuali, dove il pathos e le atmosfere delle aule di tribunale erano rigorosamente ricostruite per conferire fascinazione e suspense all'intero film.

Si decreta così la nascita di un nuovo filone cinematografico, il legal trhiller, o giudiziario, altrimenti denominato "courtroom movie", in quanto spesso ambientato e totalmente girato in un'aula di tribunale.
L'impianto strutturale di questo genere di film somiglia per molti versi al filone poliziesco, solo che qui l'indagine viene sostituita dal dibattimento processuale, e la suspense di investigazioni, inseguimenti e interrogatori si traspone egregiamente nelle schermaglie procedurali tra la difesa e l'accusa, nelle testimonianze, e nei frequenti flashback che ci illustrano la vicenda. Il pathos resta intatto, ma si sposta su un piano più intellettuale, più raffinato, tutto giocato sui trucchi e sulle astuzie dei due avvocati che si affrontano davanti al giudice, nel tentativo di salvare un imputato, che nella stragrande maggioranza dei casi è innocente, o almeno sembra essere tale.
I protagonisti possono essere l'avvocato difensore, o il rappresentante della pubblica accusa, o lo stesso imputato, mentre in alcuni casi il film è impostato sul punto di vista della famiglia delle vittime, della giuria o del giudice chiamati a delibare sul caso.
Andando avanti con la cronologia troviamo I Bassifondi di San Francisco del 1949, di N.Ray con Humprey Bogart che si cala nei panni del difensore, La Costola di Adamo sempre del 1949, con il magistrale duetto Katherine Hepburn e Spencer Tracy che interpretano rispettivamente accusa e difesa, L'Alibi Era Perfetto del 1956 di F.Lang, Testimone d'Accusa del 1957 a firma Billy Wilder, La Parola a Giurati di S.Lumet 1957, Anatomia di Un Omicidio di O. Preminger che nel 1959 vede un intrigante James Stewart come avvocato difensore e Vincitori e Vinti del 1961 dove Spencer Tracy interpreta un giudice impegnato in prima linea contro i criminali nazisti a Norimberga.
Da qui in poi il successo di questo filone, grazie anche alla coincidenza con la serie di Perry Mason, diventa travolgente e le pellicole praticamente non si contano più fino ad arrivare in tempi più recenti a: E Giustizia Per Tutti di N.Jemison datato 1979 dove l'avvocato è niente di meno che Al Pacino, Il Verdetto di S.Lumet anno 1982 con Paul Newman, Doppio Taglio 1985, Pazza 1987,Suspect Presunto Colpevole 1987, Sotto Accusa 1988, Verdetto Finale 1989, Music Box Prova d'Accusa 1989, Conflitto di Classe 1990, Presunto Innocente 1990, e naturalmente Philadelpia del 1993.
Numerose fusioni e derivazioni ebbero origine da questo genere compresi tutta una serie di film dove il processo si svolge davanti alla corte marziale, a partire dall'Ammutinamento del Caine nel 1954, Corte Marziale del 1955, Orizzonti di Gloria a firma Kubrick nel 1957, I Dannati e gli Eroi del 1960.
Molti di questi film ebbero un travolgente successo e rimasero per sempre nella memoria collettiva, come Gli Ammutinati del Bounty o i più recenti Codice d'Onore, L'Uomo della Pioggia e Philadelpia.
Versioni più recenti presentano processi contro compagnie assicurative o multinazionali per frodi e truffe ai danni dei loro clienti o assistiti come in Erin Brockovic o nell'Uomo della Pioggia.
In ogni caso il genere legale o giudiziario continua a battere cassetta senza mai fallire un colpo al punto che le procedure tecnico legali e il gergo giudiziario sono ormai entrati a far parte del patrimonio comune e del linguaggio quotidiano.
Di Sabina Marchesi
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