Quanti sono i libri che ci lasciamo alle spalle, senza mai leggerli? Impossibile contarli, e spesso li lasciamo in un angolo, lì, nel dimenticatoio, solo perché le novità con troppa facilità prendono il sopravvento. Ma qualche volta capita di andare a cercare sotto un cumulo di polvere e se la fortuna ci assiste, peschiamo pure un buon romanzo, ed esclamiamo: “Ma pensa… era lì da oltre 10 anni e lo scopro solo oggi”!
È proprio quello che è capitato a me questa settimana, andando a scegliere un libro della collana “Il giallo Mondadori” (n° 2432 del 10-09-1995) un po’ malconcio (eh, già, pure con la mia maniacale attenzione al libro in quanto oggetto, ogni tanto faccio spesa nelle bancarelle dell’usato), ma piuttosto accattivante.
Così ho iniziato la lettura de "La Memoria del Sangue" di Mario Coloretti (vincitore nel 1992 del premio Alberto Tedeschi con il romanzo "Dietro la Luce").
Ho dovuto impegnarmi per poche pagine, prima di allinearmi allo stile molto particolare dell’autore, ma una volta preso il via i due personaggi protagonisti del romanzo hanno dimostrato di poter tenere buona, buonissima, compagnia.
Alberto Anceschi, giornalista sportivo saccente e piuttosto freddo, e Dante Franzoni (cognome aimè troppo sentito nella cronaca recente!), medico con un passato decisamente poco chiaro… due caratteri tanto simili nella loro chiusura al mondo, quanto contrastanti, con il loro modo così diverso di affrontare i problemi. Due uomini che devono ritrovare l’equilibrio perduto e che si incontrano nuovamente in un paesino di provincia, Salizzano, dopo un numero di anni che sembra aver cristallizzato il passato in bolla fuori dal tempo.
E da quel passato lontano, per loro così anonimo e quasi incomprensibile, un vecchio mistero proietta la sua ombra, attraverso il sangue di una nuova vittima, sulla calda estate che avvolge gli abitanti del paesino.
Ha così inizio un giallo intrigante e raffinato, schiacciato sotto un’afa che sembra essere reale (forse anche per il caldo di questo periodo) e che un passo alla volta ci porta a scoprire i tanti piccoli segreti riportati a galla dalla cronaca.
Un giallo interessante, di quelli puri, senza inganni per il lettore, senza artificiosità. Semplice come la gente che anima il piccolo paese in cui si muovono i personaggi. In più, un romanzo che indaga con molta profondità (e con stile) l’animo dei due protagonisti, guidando il lettore attraverso due storie parallele, il giallo vero e proprio, e la storia di Anceschi e Franzoni. E senza deludere in nulla. In sostanza, un romanzo da leggere, magari proprio d’estate, sconfitti dal caldo e dall’afa. Tanto per sentirsi dentro alla storia. E magari, scoprire l’assassino.
È proprio quello che è capitato a me questa settimana, andando a scegliere un libro della collana “Il giallo Mondadori” (n° 2432 del 10-09-1995) un po’ malconcio (eh, già, pure con la mia maniacale attenzione al libro in quanto oggetto, ogni tanto faccio spesa nelle bancarelle dell’usato), ma piuttosto accattivante.
Così ho iniziato la lettura de "La Memoria del Sangue" di Mario Coloretti (vincitore nel 1992 del premio Alberto Tedeschi con il romanzo "Dietro la Luce").
Ho dovuto impegnarmi per poche pagine, prima di allinearmi allo stile molto particolare dell’autore, ma una volta preso il via i due personaggi protagonisti del romanzo hanno dimostrato di poter tenere buona, buonissima, compagnia.
Alberto Anceschi, giornalista sportivo saccente e piuttosto freddo, e Dante Franzoni (cognome aimè troppo sentito nella cronaca recente!), medico con un passato decisamente poco chiaro… due caratteri tanto simili nella loro chiusura al mondo, quanto contrastanti, con il loro modo così diverso di affrontare i problemi. Due uomini che devono ritrovare l’equilibrio perduto e che si incontrano nuovamente in un paesino di provincia, Salizzano, dopo un numero di anni che sembra aver cristallizzato il passato in bolla fuori dal tempo.
E da quel passato lontano, per loro così anonimo e quasi incomprensibile, un vecchio mistero proietta la sua ombra, attraverso il sangue di una nuova vittima, sulla calda estate che avvolge gli abitanti del paesino.
Ha così inizio un giallo intrigante e raffinato, schiacciato sotto un’afa che sembra essere reale (forse anche per il caldo di questo periodo) e che un passo alla volta ci porta a scoprire i tanti piccoli segreti riportati a galla dalla cronaca.
Un giallo interessante, di quelli puri, senza inganni per il lettore, senza artificiosità. Semplice come la gente che anima il piccolo paese in cui si muovono i personaggi. In più, un romanzo che indaga con molta profondità (e con stile) l’animo dei due protagonisti, guidando il lettore attraverso due storie parallele, il giallo vero e proprio, e la storia di Anceschi e Franzoni. E senza deludere in nulla. In sostanza, un romanzo da leggere, magari proprio d’estate, sconfitti dal caldo e dall’afa. Tanto per sentirsi dentro alla storia. E magari, scoprire l’assassino.
di Andrea Franco
4 commenti:
Un giallo bellissimo e coinvolgente, con un colpo di scena finale, quello che svela l'identità dell'assassino, davvero sorprendente e ineccepibile
Enrico, adesso aspetto una tua recensione a un romanzo bello ma dimenticato, oppure poco noto... non sarebbe male se quella di Andrea fosse la prima di una serie di ripescaggi un po' snob.
Con piacere, scelgo un titolo adatto fra quelli della mia collezione e la preparo nel giro di qualche giorno
Bravo. Farò lo stesso anch'io.
E magari altri del gruppo si uniranno con le loro preferenze, spero.
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