Dall’ultimo nunero di “Nocturno” riportiamo parte di una lettera di un certo R. Neville:
MI CHIAMO ROBERT NEVILLE E SONO INCAZZATO NERO
Io sono leggenda, lo sapete benissimo, e se leggete questa rivista sapete anche perché: un tempo fui l’ultimo esemplare di una specie ormai estinta, la specie degli esseri umani che si trovavano su questo pianeta prima che voi, i vampiri, ne prendeste il posto. Con il passare degli anni, il ricordo degli umani è poi sbiadito a poco a poco, riducendosi ai racconti (sempre più fantasiosi e sempre meno credibili) di coloro che in anni remoti li hanno combattuti e sterminati: ed è in questo senso che io, ultimo uomo sulla Terra, sono a poco a poco diventato leggenda.
Finora me ne sono stato tranquillo, nell’alone di gloria letteraria cui mi ha consegnato Richard Matheson, il mio biografo ufficiale, ma adesso mi sono veramente girate le balle. Dalla mia storia, a Hollywood, hanno tratto un nuovo film: che magari nel suo genere non è neanche dei peggiori, ma travisa del tutto il senso della mia fine, sostenendo che io sono stato consegnato alla leggenda non perché mi sono ucciso per non diventare a mia volta un vampiro, ma perché ho fatto esplodere i vampiri e me stesso con una bomba (!) per proteggere la fuga di una donna e di una bambina che non sono mai esistite (..) Non basta. Recentemente, prima in Internet e poi sul DVD americano del film, è saltato fuori un finale alternativo, regolarmente girato, montato e sonorizzato e poi, per qualche ragione, accantonato. In questa variante risulta che io trovo un antivirus, salvo con esso la donna del capo-vampiro e lui mi lascia fuggire con la mia, di donna, non si sa verso dove; forse (Dio ci scampi) verso un sequel ancora più privo di senso. Un happy end in puro stile hollywoodiano, a cui mancano solo i fiori d’arancio e la marcia nuziale in colonna sonora, e che mi ha mandato veramente in bestia (...)
Ma non basta ancora. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la notizia che è stato appena pubblicato un romanzo in cui la mia storia viene risvoltata in chiave grottesca, sostituendo gli omosessuali ai vampiri. Converrete con me che si tratta un’idea demenziale e che ho tutte le ragioni per essere incazzato. L’autore è un certo Corrado Farina, sedicente regista e scrittore, e il titolo è L’invasione degli ultragay. Io non lo leggo di certo. Se lo leggete voi, ditemene poi tutto il male che certamente merita.
MI CHIAMO ROBERT NEVILLE E SONO INCAZZATO NERO
Io sono leggenda, lo sapete benissimo, e se leggete questa rivista sapete anche perché: un tempo fui l’ultimo esemplare di una specie ormai estinta, la specie degli esseri umani che si trovavano su questo pianeta prima che voi, i vampiri, ne prendeste il posto. Con il passare degli anni, il ricordo degli umani è poi sbiadito a poco a poco, riducendosi ai racconti (sempre più fantasiosi e sempre meno credibili) di coloro che in anni remoti li hanno combattuti e sterminati: ed è in questo senso che io, ultimo uomo sulla Terra, sono a poco a poco diventato leggenda.
Finora me ne sono stato tranquillo, nell’alone di gloria letteraria cui mi ha consegnato Richard Matheson, il mio biografo ufficiale, ma adesso mi sono veramente girate le balle. Dalla mia storia, a Hollywood, hanno tratto un nuovo film: che magari nel suo genere non è neanche dei peggiori, ma travisa del tutto il senso della mia fine, sostenendo che io sono stato consegnato alla leggenda non perché mi sono ucciso per non diventare a mia volta un vampiro, ma perché ho fatto esplodere i vampiri e me stesso con una bomba (!) per proteggere la fuga di una donna e di una bambina che non sono mai esistite (..) Non basta. Recentemente, prima in Internet e poi sul DVD americano del film, è saltato fuori un finale alternativo, regolarmente girato, montato e sonorizzato e poi, per qualche ragione, accantonato. In questa variante risulta che io trovo un antivirus, salvo con esso la donna del capo-vampiro e lui mi lascia fuggire con la mia, di donna, non si sa verso dove; forse (Dio ci scampi) verso un sequel ancora più privo di senso. Un happy end in puro stile hollywoodiano, a cui mancano solo i fiori d’arancio e la marcia nuziale in colonna sonora, e che mi ha mandato veramente in bestia (...)
Ma non basta ancora. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la notizia che è stato appena pubblicato un romanzo in cui la mia storia viene risvoltata in chiave grottesca, sostituendo gli omosessuali ai vampiri. Converrete con me che si tratta un’idea demenziale e che ho tutte le ragioni per essere incazzato. L’autore è un certo Corrado Farina, sedicente regista e scrittore, e il titolo è L’invasione degli ultragay. Io non lo leggo di certo. Se lo leggete voi, ditemene poi tutto il male che certamente merita.
Robert Neville
Questa lettera ci ha intrigato non poco, sicché siamo andati alla libreria sotto casa e ci siamo procurati il volume, che risulta pubblicato dalla finora sconosciuta casa editrice “zero91”. Lungi dal chiarirsi, tuttavia, il mistero si è infittito, poichè non si capisce neppure se sia stato scritto da “un certo Corrado Farina”, come scrive Neville, oppure da tal Corradino Piersanti. Sulla copertina, in effetti, risulta il primo nome ma l’introduzione recita:
“Mi chiamo Corradino Piersanti e sono uno scrittore. Se appartenete alla tribù di coloro che leggono i libri, è probabile che abbiate già sentito parlare di me: il mio romanzo L'invasione degli ultragay ha raggiunto la ventiquattresima edizione in cinque anni, è stato tradotto in dodici lingue, ha vinto un premio internazionale e alcuni dei più importanti premi letterari europei, e a Hollywood stanno ricavandone una sceneggiatura a cui mi sono riservato di dare la mia approvazione.
Quando vengo invitato a tenere corsi di scrittura o presenziare incontri, la domanda che mi viene rivolta più spesso è: "Come le è venuta l'idea di questo libro?". Finora ho sempre dato risposte generiche perchè temevo che la verità potesse interrompere il circolo virtuoso del successo, ma a questo punto credo che sia venuto il momento di parlare. Con una premessa, però: la realtà è talvolta più romanzesca degli stessi romanzi, e non mi stupirei se voi non credeste a ciò che sto per raccontarvi. Quasi quasi non ci credo neanch'io...
Eppure, quella che segue è la cronaca fedele di cosa è successo qualche anno fa.
Dunque, era la tarda primavera del 2003, e io stavo scrivendo un romanzo di fantascienza intitolato L'invasione degli ultrazombi...”
Questa lettera ci ha intrigato non poco, sicché siamo andati alla libreria sotto casa e ci siamo procurati il volume, che risulta pubblicato dalla finora sconosciuta casa editrice “zero91”. Lungi dal chiarirsi, tuttavia, il mistero si è infittito, poichè non si capisce neppure se sia stato scritto da “un certo Corrado Farina”, come scrive Neville, oppure da tal Corradino Piersanti. Sulla copertina, in effetti, risulta il primo nome ma l’introduzione recita:
“Mi chiamo Corradino Piersanti e sono uno scrittore. Se appartenete alla tribù di coloro che leggono i libri, è probabile che abbiate già sentito parlare di me: il mio romanzo L'invasione degli ultragay ha raggiunto la ventiquattresima edizione in cinque anni, è stato tradotto in dodici lingue, ha vinto un premio internazionale e alcuni dei più importanti premi letterari europei, e a Hollywood stanno ricavandone una sceneggiatura a cui mi sono riservato di dare la mia approvazione.
Quando vengo invitato a tenere corsi di scrittura o presenziare incontri, la domanda che mi viene rivolta più spesso è: "Come le è venuta l'idea di questo libro?". Finora ho sempre dato risposte generiche perchè temevo che la verità potesse interrompere il circolo virtuoso del successo, ma a questo punto credo che sia venuto il momento di parlare. Con una premessa, però: la realtà è talvolta più romanzesca degli stessi romanzi, e non mi stupirei se voi non credeste a ciò che sto per raccontarvi. Quasi quasi non ci credo neanch'io...
Eppure, quella che segue è la cronaca fedele di cosa è successo qualche anno fa.
Dunque, era la tarda primavera del 2003, e io stavo scrivendo un romanzo di fantascienza intitolato L'invasione degli ultrazombi...”
Il giorno dopo, sulla scrivania della redazione abbiamo trovato un biglietto piantato nel legno con un pugnale, con scritto: “Riservato ai cinefili: delle tre versioni cinematografiche di Io sono leggenda sapete tutto, ma chi si ricorda di un flm con Belmondo intitolato Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo”?
Il mistero si infittisce e i misteri ci piacciono. Leggeremo il libro e vi faremo sapere...
di Corrado Farina
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